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Italia-Spagna è una finale dal sapore speciale non solo per il calcio e la Politica, non solo per l’attenzione che da tempo riserviamo alla dimensione economica, culturale e geopolitica del calcio, ma per ragioni più profonde.
Una finale tutta latina , da molti ribattezzata come la finale dei poveri: tra il paese più indebitato e quello più disoccupato.
Il calcio è una grande passione nazionale condivisa che spesso, particolarmente in un periodo così buio a livello politico ed economico, aiuta a dimenticare tutto il resto per gioire e rabbuiarsi per le sorti delle rispettive nazionali.
Una finale inaspettata (almeno da parte italiana) ma quasi voluta per 2 paesi le cui sorti calcistiche portano in piazza milioni di persone.
ALLEATI nella battaglia per uscire dalla crisi che attanaglia i due Paesi, nemici sul campo da calcio di Kiev, i rispettivi primi ministri Monti e Rajoy in prima fila sul palco d’onore per fare il tifo per le proprie nazionali, quasi dimenticando le battaglie politico-economiche che si giocano e si giocheranno in Europa per salvare l’eurozona dal lento declino.
Siamo due popoli affamati, piegati, messi in ginocchio da una mancanza di lavoro cronicizzata. Viviamo in un Paese (parlo almeno dell’Italia) che lascia fuggire i giovani all’estero, dove la meritocrazia è un miraggio in uno Stato che banalizza il talento e scaccia la creatività. Eppure soffriamo davanti allo schermo per la partita e scendiamo in piazza per festeggiare la vittoria di uomini che giocano per lavoro e guadagnano milioni, scommettono e truffano pure le partite e milioni di tifosi.
Ci regalano emozioni è vero, ma a noi italiani questi Europei sono solo serviti per dimenticare. Per ubriacarci di felicità e fingere che tutto vada bene. Il vecchio ed amato pallone da calcio ci porta lontano dai tanti pensieri l’Imu , le tasse, la corruzione (calcio e politica compresi) il come arrivare a fine mese, la benzina che costa troppo e tutto il resto che ci rende infelici.

Dal blog di Peppe Grillo.

L’Italia ha perso, l’Italia ha vinto. Contro la Spagna lo spread è stato di 4 a 0 a favore degli iberici. Noi abbiamo fatto la parte del toro, o forse del bue. Chi ha vinto? Le banche spagnole, che hanno finanziato il calcio iberico (senza di loro non esisterebbero né il Barcellona, né il Real Madrid attuali) e che oggi vengono salvate dalla BCE, e quindi anche dall’Italia, con 100 miliardi di euro. Ha vinto il calcio più indebitato. Ha vinto il presidente ucraino che ha avuto sul palco d’onore i primi ministri della UE, Rigor Montis compreso, che si sono salvati l’anima mandando la letterina di Babbo Natale a Viktor Yanukovich, mentre la Timoshenko continua a marcire in carcere. Ha vinto la corruzione nel calcio italiano che, vittoria dopo vittoria della Nazionale, è scomparsa dal radar dell’informazione. Hanno vinto i giornalai e le Istituzioni che hanno usato il calcio per nascondere il nostro cratere morale e economico. Hanno vinto anche i calciatori e l’allenatore premiati con un invito dal Quirinale e la sconfitta più pesante della storia centenaria del calcio italiano in una finale o in una semifinale. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie.