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Sembra così lontano quel 12 Novembre del 2011 quando Silvio Berlusconi dopo un colloquio con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rassegnava le dimissioni da Presidente del Consiglio tra le urla e le grida della folla accalcatasi davanti Palazzo Grazioli che iniziava gioiosa i festeggiamenti per la fine di un governo egoisticamente basato sull’approvazione di leggi “Ad Personam”.
Monti tra il sostegno e il clamore generale e lo scetticismo degli allora “pochi” iniziava il cosidetto “Governo di Transizione”.

Il Governo Monti dura esattamente 1 anno e un mese. Infatti popo le iniziali simpatie generalizzate Monti perde gran Parte del sostegno del cittadino medio per via dell’inasprimento generalizzato dell’imposizione fiscale applicata quasi esclusivamente alle fasce di reddito più basse.
Ma vorrei analizzare un pò nel dettaglio l’operato del suo governo in carica per circa 1 anno.
Per correttezza, vengono valutati i dati raffrontati con la media europea allargata ai 27 paesi:

-PIL: -2%. Peggior risultato di sempre (cs e cx si erano limitati a fare un -1%);
-TASSO DISOCCUPAZIONE: +1,5%. Peggior risultato di sempre (cs e cx si limitavano al -0,1%);
-DEBITO PUBBLICO: +0.2%. Peggior risultato degli ultimi 5 anni. (cs e cx avevano ristretto la forbice dello 0.9% annuo)
-INFLAZIONE: +0.5%. Peggior risultato degli ultimi 5 anni. (con cs e cx dal 2005 avevamo meno inflazione rispetto alla media UE27);
-PRODUZIONE INDUSTRIALE: -5.3%. Peggior risultato ultimi 15 anni ((cs e cx si limitavano a un -1,7%)
-DEFICIT PUBBLICO: -0,4% (ultimo gov Berlusconi, eravamo più virtuosi addirittura per l’1,4%)

Fonte http://www.rischiocalcolato.it/2012/10/il-bilancio-del-governo-monti-valutazione-finale-il-peggior-governo-della-2-repubblica-valutazione-analitica-delle-performance-dellitalia-rispetto-alla-ue-di-tutti-i-governi.html

Da molti denominato il “Governo delle Banche” riporto di seguito alcuni dei decreti Monti volti esclusivamente a tutelare gli interessi delle banche e dei grandi Finanzieri Internazionali:

– Nel decreto Salva Italia ritroviamo un aiutino per gli istituti di credito: il ministero dell’Economia “fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dal 1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”.
Un modo per non far fallire le banche, insomma.

– Ancora nel decreto Salva Italia, infatti, si stabilisce che dal mese di marzo gli enti di previdenza (come ogni pubblica amministrazione o ente pubblico) non potranno più effettuare i pagamenti in contante delle pensioni d’importo superiori ai mille euro, per via del divieto cosiddetto della “tracciabilità” imposto dalla manovra. In pratica, allora, si impone un divieto alla pubblica amministrazione di pagare in contanti le pensioni sopra i 1000 euro. Risultato? I pensionati dovranno farsi un conto corrente.

– L’Italia ha estinto una posizione in derivati che aveva con una delle più potenti banche americane, la Morgan Stanley. Ben due miliardi e 567 milioni di euro sono passati dalle casse del Tesoro a quelle della banca statunitense. La particolarità sta proprio nel fatto che nessun documento italiano segnala il passaggio: sono stati i vertici della Morgan, infatti, “nelle periodiche comunicazioni alla Sec”, commenta Orazio Carabini, a segnalare “che l’esposizione verso l’Italia a cavallo di fine anno è scesa, al lordo delle coperture, da 6,268 a 2,887 miliardi di dollari. Con una differenza di 3,381 miliardi”. Appunto 2,567 miliardi di euro. Ora, è chiaro che la banca aveva un credito nei confronti dello Stato e, dunque, probabilmente si erano raggiunti i termini di contratto per cui era necessario onorare il debito. Tuttavia la mancanza di trasparenza legittima dubbi, perplessità, domande aperte.

– Inoltre per concludere ha dell’inverosimile il dietrofront sulla norma che abolisce le commissioni delle banche su prestiti e fidi, che ha fatto storcere il naso al Presidenti dell’ABI Giuseppe Mussari prima delle dimissioni, il maxiemendamento del governo al Decreto liberalizzazioni.

Domenica 24 e Lunedì 25 febbraio 2013 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre 2012 gli italiani sono chiamati alle urne a compiere una scelta difficile e tormentata, tra 37 opzioni tra liste e partiti, (molti ne contano 40 includendo astensione, scheda bianca e scheda nulla) la difficile scelta tra il vecchio (Monti, Berlusconi, Bersani, Pannella) ed il nuovo che avanza (Grillo, Ingroia) e la lista degli economisti
capeggiata da Giannino.

Centro-Destra, Centro-Sinistra, Centro, Rivoluzione Civile e Fare per fermare il declino, secondo l’ultima indagine statistica condotta dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli, Pierluigi Bersani sarebbe in vantaggio, alla Camera, di oltre 13 punti su Silvio Berlusconi, il PD viene dato al 39%, il Pdl al 26,3. Fermo al 16 Mario Monti e al 12,5% Beppe Grillo.

L’Italia e gli italiani si trovano davanti a tante, pure troppe, opzioni di voto ed una scelta difficile che solo il buon senso e l’impossibilita di perseverare negli errori del passato possono metterlo nelle condizioni di compiere scelte doverose e alquanto coraggiose, per il bene dell’Italia e degli italiani.

E Qui siamo al CaPoLiNeA, il futuro Presidente del Consiglio verrà eletto tra qualche giorno. Basta parlare…Adesso si Vota!!!